Supervisioni cliniche

L’importanza della supervisione, durante la formazione o dopo anni di lavoro con situazioni cliniche difficili ed emotivamente coinvolgenti, si comprende nella funzione che essa svolge nell’accogliere ed ascoltare il senso di solitudine e di fatica.

La supervisione consente all’operatore di uscire dalle quattro mura della sua professione quotidiana per condividere e riannodare fili di pensieri e di emozioni con il supervisore e con un gruppo di persone "altre" che hanno la stessa esigenza di ritrovarsi a condividere vissuti, progetti, aspetti tranferali e controtranferali della relazione con il paziente così complicati da leggere ed elaborare quando si è dentro il rapporto.

La cornice teorica dei cicli di supervisione qui proposti è quella sistemico-relazionale, la cui epistemologia fa riferimento alla complessità dei diversi punti di vista. Tra le finalità della supervisione c’è quella di operare nel gruppo attraverso la coerenza di metodo, la riferibilità delle procedure e l’esplicitazione dei presupposti dell’osservatore.


Gli incontri sono rivolti ad operatori in formazione e a psicoterapeuti che lavorano nei servizi socio-sanitari o nel privato. La supervisione, centrata sull’operatore che presenta il caso, si avvarrà del contributo del gruppo, sia in termini di apporto professionale, sia in termini di risonanza emotiva tra i partecipanti. Il gruppo è di piccole dimensioni a partire dalle sei unità e si può comporre di operatori con differente formazione e diverso campo clinico di intervento.