Mediazione familiare

La mediazione familiare è rivolta alle coppie ed è finalizzata a riorganizzare le relazioni familiari e diminuire la conflittualità in presenza di una separazione.

La mediazione familiare nasce e si sviluppa in un contesto storico-sociale nel quale le separazioni sono all’ordine del giorno e l’affidamento condiviso è la norma, quindi diviene fondamentale trovare nuovi accordi nell’essere buoni genitori anche se non si è più coppia affettiva.

 

Un percorso di mediazione familiare si può iniziare  in diversi momenti della separazione e del divorzio poiché si adatta alle differenti esigenze espresse dalle diverse tipologie di coppie.

Possono farne richiesta 

  • coppie in crisi, quando uno dei due partner è deciso per la separazione e l’altro non l’accetta o laddove la decisione di separarsi è chiara per entrambi;
  • coppie separate di fatto con una conflittualità aperta sui termini di affidamento dei figli e/o sulla questione economica; 
  • coppie separate legalmente le cui condizioni di separazione risultano di difficile attuazione o non vengono rispettate o nel caso in cui gli accordi presi in Tribunale, ormai inadeguati alle mutate condizioni di vita, devono essere aggiornati o modificati.

La mediazione familiare si presenta come una nuova risorsa a sostegno dei genitori, grazie alla quale la coppia genitoriale è sostenuta e accompagnata durante la difficile transizione alla separazione. 

 

Seguire tale percorso permette diversi vantaggi:

  • elaborazione del lutto della separazione e la possibilità di esprimere i sentimenti connessi a questo aspetto;
  • ridefinizione della propria identità personale;
  • analisi delle conseguenze personali derivanti dalla separazione;
  • miglioramento delle capacità comunicative al di là del conflitto;
  • riconoscimento dei bisogni di genitori e figli;
  • continuità genitoriale e responsabilizzazione del reciproco ruolo genitoriale;
  • condizioni elaborate dai genitori autonomamente e non imposte dal genitore più forte (economicamente o emotivamente) o dall'autorità giudiziaria competente;
  • “genitore non prevalente” più coinvolto nel ruolo genitoriale;
  • accordi più equi, più condivisi e quindi più rispettati nel tempo;
  • riduzione dei tempi e dei costi rispetto alle controversie giudiziarie.

 

Gli accordi presi in mediazione risultano più condivisi, più soddisfacenti per sé e per i bambini, e quindi più rispettati nel tempo.

La mediazione si pone l'obiettivo di rendere la coppia protagonista e responsabile nella gestione del conflitto in un'ottica di continuità genitoriale.

 

Gli obiettivi principali della mediazione familiare sono

  • accompagnare i genitori in conflitto nella ricerca di soluzioni reciprocamente soddisfacenti per sè e per i figli;
  • trovare o ritrovare una comunicazione il più possibile funzionale che permetterà loro di rispettare gli accordi e di essere capaci di trovarne altri in base all’evoluzione dei bisogni di tutti i membri della famiglia e dei cambiamenti che la vita porterà loro di fronte.

 

Per quanto riguarda gli argomenti affrontati durante la mediazione familiare, il percorso prevede la possibilità di trattare tutte le tematiche inerenti l’organizzazione della separazione, sia nei suoi aspetti emotivi sia in quelli materiali, in quanto tutti facenti parte integrante degli scambi relazionali tra i componenti di una famiglia e quindi possibili oggetti di negoziazione dei nuovi patti della coppia separata.

I temi più frequentemente discussi sono l’affidamento dei figli, l’analisi dei bisogni di genitori e figli, la continuità genitoriale, il calendario delle visite del genitore non prevalente, le vacanze, la regolazione dei tempi e dei modi di frequentazione tra i figli e i componenti delle famiglie d’origine, le scelte educative, la comunicazione della separazione ai figli, la comunicazione tra i genitori, la relazione con gli eventuali nuovi compagni dei genitori, problematiche legate alla famiglia ricostituita, ecc…

Rispetto alle questioni economiche invece risultano oggetto di negoziazione le seguenti tematiche: l’assunzione degli impegni economici per i figli, la determinazione dell’assegno di mantenimento a favore del partner, l’assegnazione della casa coniugale, la divisione dei beni comuni, ecc…

E’ la coppia in ogni caso che sceglie le problematiche da negoziare. E’ possibile quindi che essa senta il bisogno di portare in mediazione solo alcuni dei temi che vengono tipicamente affrontati nell’ambito di una separazione, avendo per gli altri già elaborato in autonomia delle soluzioni soddisfacenti.

In mediazione i minori si ritiene sia meglio non coinvolgerli attivamente, ma proteggerli dalla conflittualità dei genitori, alleggerendoli di responsabilità che competono agli adulti, mentre forse un loro bisogno è quello di essere esonerati da un lavoro che può essere svolto con competenza e responsabilità dai loro genitori.

 

Al termine degli incontri, negoziati tutti i punti in conflitto, il mediatore stende gli accordi raggiunti in un progetto di intesa che consegna ad entrambi i partner, ognuno dei quali è libero di seguirne le indicazioni per riorganizzare in modo responsabile la propria vita e quella dei figli o di formalizzarlo ai fini di una procedura legale di separazione personale congiunta.

Il mediatore familiare infatti, oltre a favorire una nuova modalità relazionale e comunicativa al di là del conflitto, redige un documento d'intesa che contiene le condizioni di separazione negoziate nei singoli incontri, nel rispetto dei peculiari interessi di ciascun membro della famiglia  e sempre nell'ambito del quadro normativo vigente.

 

Il setting della mediazione familiare è specifico per una buona accoglienza e per favorire un clima di fiducia e parità tra i partner e tra questi e il mediatore. Tale ambiente facilita l'espressione delle emozioni e consente una positiva gestione della conflittualità, trasmettendo calma e serenità. L'organizzazione dello spazio ha infatti una funzione importante in quanto condiziona l'interazione tra gli individui: ad esempio, le stanze dove vengono effettuati i colloqui solitamente non prevedono la presenza di scrivanie, segnali di gerarchia, mentre le sedie vengono disposte a circolo, modalità che favorisce la comunicazione e l'interazione diretta.

 

La frequenza dovrebbe essere quindicinale e i temi variano in funzione del numero di temi da affrontare e il livello di conflittualità presente all’inizio del percorso di mediazione.