Litigi fra fratelli

Capita davvero in tutte le famiglie con bambini piccoli: basta un nonnulla per scatenare un litigio tra fratelli. Ed i ‘poveri’ genitori si trovano protagonisti di un arbitraggio di cui farebbero volentieri a meno.

Ebbene, il comportamento migliore è proprio quello di non intromettersi nelle piccole scaramucce dei figli e lasciare che se la sbrighino tra di loro. È insito nella natura il fatto che due fratellini litighino, è la conseguenza della gelosia fisiologica dei fratelli più grandi verso i più piccoli, che sono i nuovi arrivati e, agli occhi del primogenito, vogliono ‘usurpare’ l’affetto di mamma e papà. Specie se, come accade sempre più spesso, si tratta degli unici due figli, che quindi si contendono il ‘primato’. Attraverso il litigio i bambini cercano di mettersi in mostra con i genitori al fine di ottenere il loro coinvolgimento, specie quando li vedono distratti dalle proprie occupazioni : non è un caso che i bambini litighino di più quando i genitori sono intenti a fare qualcos’altro - guardare la tv, leggere un libro o lavorare al pc , altro momento tipico il ritorno dal lavoro, in cui il bambino reclama le attenzioni dopo tante ore trascorse lontano dal genitore. Sono atteggiamenti esibizionistici, il cui scopo non è il litigio in sé ma proprio quello di richiamare l’attenzione e, magari, ottenere il consenso della mamma”.

 

Il comportamento migliore da parte dei genitori si può riassumere in tre punti:

  1. Non intervenire. La tentazione di intervenire è forte, perché il litigio disturba ed i bambini urlano, piangono, si picchiano, insomma fanno di tutto per coinvolgerci. E’ invece è bene tenersi da parte e soprattutto evitare di cercare il ‘colpevole’, di chiedere ‘chi è stato’, perché è un atteggiamento che aumenta l’indice emotivo negativo dei figli, li fa sentire inadeguati e fa scattare un meccanismo a spirale, nel tentativo, da parte di chi è risultato colpevole, di dimostrare che non lo è, basta solo controllare che i bambini non si facciano male, anche se è difficile che i litigi infantili sfocino in comportamenti realmente pericolosi.
  2. Non dare la soluzione dall’alto: al contrario di quel che pensa il genitore, i bambini hanno grandi capacità autoregolative ed hanno le competenze per affrontare da soli le proprie difficoltà: “Il litigio è uno strumento di crescita personale, una palestra di libertà, un’esperienza di contatto, che aiuta il bambino a rafforzare se stesso, gli insegna a stare in mezzo agli altri, a riconoscere i propri limiti e poi lo sprona a sviluppare strategie creative, a cercare una soluzione alternativa, che gli procuri soddisfazione e magari gli dia l’occasione per riconciliarsi con il fratello. Intervenire ‘dall’alto’ impedirebbe loro di scoprire e mettere alla prova tutte queste risorse, ostacolando il loro percorso verso l’autonomia.
  3. Spronarli a parlarsi: a volte i genitori tendono a smorzare subito la lite perché temono che possa inasprirsi, invece devono aiutare i bambini a confrontarsi, ad esprimere ognuno il suo punto di vista ed esternare le proprie emozioni, ma sempre fra di loro, senza rivolgersi alla mamma e senza chiedere il suo parere.