Dislessia

La dislessia è una malattia più comune di quel che si possa pensare. Non è un problema sempre uguale, esistono vari tipi di dislessia.

Non tutte le sintomatologie sono uguali e quindi bisogna tenere conto dei differenti tipi di dislessia e ricordare che avranno leggere differenze per ogni individuo.

 

Se sospettate che vostro figlio soffra i sintomi della dislessia non esitate a farlo visitare da uno specialista, in questo caso un logopedista, in modo che possa fare una diagnosi adeguata e trovare una soluzione al problema.

 


Come sapere se si ha la dislessia

Molti genitori, appena vedono delle difficoltà nello studio dei propri figli, tendono ad essere estremamente indulgenti nei loro confronti, pensando che sia un fattore legato alla voglia di giocare e divertirsi ancora, oppure sono estremamente repressivi, vedendo questa difficoltà come una svogliatezza eccessiva del bambino, che sottovaluta l’importanza dell’apprendimento; quello che non capiscono è che, probabilmente, si tratta di una patologia legata ad un problema che si può avere dalla nascita, la dislessia.

 

Istruzioni

  1. Si può definire la dislessia come un DSA, ossia un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. In particolare, tale patologia riguarda solo un ambito delle capacità del soggetto, mantenendo intatto il funzionameno generale delle capacità cerebrali. Quindi non devono verificarsi deficit a livello intellettivo, sensoriale o neurologico, problemi ambientali o neurologici. Il bambino dislessico non riesce a leggere o scrivere fluentemente, ha difficoltà motorie a volte, ha problemi a concentrarsi ed a stare attento. Alla fine presenta problemi psicologici, dovuti a scarsa autostima, che però sono conseguenza e non manifestazione della patologia.
  2. Il paziente deve impegnare al massimo le sue forze per ottenere un risultato che gli altri avranno senza difficoltà, si stanca facilmente, commette errori, non impara. Di solito la dislessia si associa ad altre patologie, perciò è difficile da diagnosticare. Spesso si hanno anche disortografia, disgrafia, discalculia. Ma i bambini affetti da dislessia sono vivaci ed intelligenti! Per diagnosticare la dislessia si deve attendere il termine dela seconda elementare e si può effettuare un test tramite lo screening, azione svolta dagli insegnanti insieme ai professionisti sanitari. Tale ricerca si può svolgere anche alla fine della scuola materna per realizzare attività pedagogiche mirate a potenziare i deficit di apprendimento. Se alla fine dell’asilo rimangono ancora difficoltà, è necessario segnalarlo ai servizi sanitari appositi. Per stabilire la presenza di tale patologia deve essere presente un’equipe composta da un neuropsichiatra infantile, uno psicologo, un logopedista.
  3. Tramite la diagnosi si possono evitare errori frequenti come dare colpe al bambino e pensare che i suoi problemi siano solo psicologici. Si deve stilare un referto scritto in cui risultino i test effettuati, il motivo per cui avviene questa segnalazione ed i risultati della diagnosi. Si può in tal modo ricorrere a tecniche di riabilitazione e di compenso, oltre ad ottenere una modifica delle attività didattiche favorevoli al dislessico, tipo una tempistica maggiore per lo svolgimento dei compiti anche in caso di esami di Stato, una quantità di esercizi a casa inferiore a quella dei compagni, l’eliminazione dell’obbligo di leggere a voce alta in classe. In alcuni casi, in Italia, è prevista la possibilità di usufruire di un insegnante di sostegno; molto utili sono anche alcuni software specifici per la patologia adottati dallo stesso ministero della Salute. Un bambino dislessico sarà un futuro studente, dottore e lavoratore, perfettamente funzionale alla società in cui vive.

Quali sono i tipi di dislessia

Dislessia acquisita o dislessia da sviluppo

  • Quando parliamo di dislessia acquisita, facciamo riferimento ad un disturbo causato da un danno cerebrale congenito o derivato da un incidente cerebrale. Si caratterizza per una difficoltà nella lettura e nella scrittura, generalmente il tipo e grado di problema risponde alla zona specifica dove si è verificato il danno cerebrale.
  • Quando ci riferiamo alla dislessia da sviluppo, intendiamo una dislessia dovuta a problemi del linguaggio che limita la capacità di leggere e scrivere e che può condizionare a volte anche altri aspetti de linguaggio. I bambini con dislessia presentano problemi nella velocità e nel ritmo della performance di lettura e scrittura. Non si considera dislessia da sviluppo quando i bambini presentano un ritardo mentale oppure sono stati vittima di un incidente che ha recato un danno cerebrale.

Dislessia fonologica

Ci troviamo di fronte ad una dislessia fonologica quando il bambino realizza una lettura visuale delle parole. La lettura visuale consiste nell'osservare le parole in maniera globale, nell'interezza delle lettere che le compongono, deducendo invece che leggere, in base alle parole che si sono già immagazzinate e conosciute. Le difficoltà maggiori si riscontrano con parole lunghe o poco frequenti. Possono leggere casa invece di caso, creta anzichè certa.

I bambini che hanno dislessia fonologica tendono a fare questo tipo di errori comuni:

  • Confusione nelle lettere: d-b, p-q, b-g, u-n, g-p, d-p
  • Omissione di lettere, parole o sillabe : palo /palmo
  • Inversione di lettere o sillabe: Melo / Mole, Rapa/Arpa, Carpa /Capra
  • Reiterazione delle sillabe: Mica / mimica
  • Sostituzione delle parole: Prelato / Parlato
  • Invenzione di parole
  • Vacillazione nel pronunciare parole sconosciute: Cu-cu-lo

Dislessia superficiale

Ci troviamo di fronte ad una dislessia superficiale quando un bambino mostra difficoltà a leggere per via lessicale, cioè a riconoscere le parole irregolari. Tendono a commettere più errori di omissione, addizione o sostituzione delle lettere. Ma hanno una migliore capacità di lettura delle pseudo parole (cioè parole senza senso, inventate) rispetto ai bambini affetti da dislessia fonologica. Presentano anche maggiori problemi con l'ortografia perchè si fanno guidare esclusivamente dall'informazione uditiva.

 

Dislessia profonda o mista

Ci troviamo di fronte ad una dislessia profonda o mista quando si sovrappongono due disturbi, e il bambino ha problemi e commette errori nel processo di lettura sia uditivo che visuale. Ciò implica difficoltà nel decifrare il significato delle parole, l'impossibilità di leggere peseudoparole, errori visuali, semantici e paralessicali (confondere Felice con Natale). Il bambino avrà anche difficoltà a leggere parole astratte o parole o verbi funzionali (parole che servono a livello grammaticale e sintattico ma che non hanno un senso specifico).

 


Quali sono le possibili cause della dislessia

Molte sono le persone che hanno sofferto e soffrono di dislessia nella nostra società; esse hanno grosse difficoltà a leggere e scrivere correttamente. Non tutti sanno cos'è né quanto è importante conoscere questa malattia per lavorare in modo corretto con le persone che ne soffrono. Per comprendere la dislessia è fondamentale sapere quali sono le cause.

  1. Le possibili cause della dislessia non sono del tutto chiare, perché per decifrare questa patologia occorre studiare in modo approfondito il cervello, un organo molto complesso e difficile da decifrare: ad oggi, infatti, il suo funzionamento è ancora una sfida per la medicina moderna.
  2. Studi confermano che possono incidere in modo determinante fattori genetici: alcuni geni possono predisporre alla dislessia.
  3. In passato questa malattia era attribuita a cause socio-ambientali, ma oggi questa ipotesi è stata scartata in favore del maggior peso del fattore genetico rivelato dagli ultimi studi.
  4. Le cause fisiologiche, come problemi uditivi o visivi, non vengono scartate per il momento.
  5. Inoltre, la causa della comparsa della dislessia si spiega anche per cause emotive (tensione, ansia, disturbi), associative (difficoltà nell'associare una parola con un suono e con il suo significato) ma anche metodologiche (errata applicazione del metodo di insegnamento nella lettura e scrittura).
  6. Attualmente, i fattori considerati maggiormente determinanti sono di origine neurobiologico, in quanto è stato confermato che il cervello dei dislessici presenta un'asimmetria degli emisferi cerebrali e una materia bianca (sostanza che collega i due emisferi) più grande. C'è inoltre un'alterazione nella zona cerebrale responsabile dell'apprendimento del linguaggio.
  7. Pur tenendo conto delle recenti ricerche, non si conoscono ancora le cause precise della dislessia. Tuttavia, si potrebbe dire che la dislessia ha un'origine neurobiologica, con possibili cause genetiche, considerando le possibili cause di deficit fonologico che generano le difficoltà nella lettura. Pertanto, è plausibile che la disfunzione di una regione cerebrale influisca sull'esecuzione della lettura/scrittura.
  8. Occorre ricordare che ogni individuo è diverso e che ogni persona con dislessia può avere problemi con varie mansioni: la sintomatologia della dislessia è infatti molto varia.
  9. È fondamentale recarsi da un professionista per effettuare una diagnosi adeguata e stabilire, caso per caso, se è opportuno intervenire.

Come si  può riconoscere la dislessia

La dislessia è una disfunzione del linguaggio e non è una malattia così poco comune, un 15% della popolazione italiana è dislessica, vale a dire, ha difficoltà nell'apprendimento e nello sviluppo della lettura/scrittura. Anche se oggigiorno tende a essere diagnosticata e monitorata già in età molto precoce, esistono anche adulti dislessici che possono interagire con la società con totale normalità.

  1. Lettura molto lenta, sempre al di sotto della media della classe. Continui balbettii durante la lettura. Si inventa le parole durante la lettura.
  2. Un dislessico non inserisce punti mentre scrive e non fa pause durante la lettura. Salta la linea perché il suo orientamento spaziale è diverso. Inverte le sillabe (leggono "talovo" per "tavolo"). Confondono la "p" con la "b", "d" con "q" e "n" con "u".
  3. Omissioni frequenti quando leggono. Ripetono più volte la stessa parola o frase nella scrittura. Poca abilità nei movimenti e nei giochi, poca manualità. Non distingue la destra dalla sinistra.
  4. Difficoltà nell'apprendere le ore e nell'orientarsi nel tempo, nel comprendere i concetti di "ieri e oggi", nel riconoscere le ore, nel collocare in ogni stagione i mesi dell'anno, ecc.
  5. Bassa autostima, scarso interesse negli studi, mancanza di attenzione e frequenti cambiamenti di umore.
  6. Rivolgiti a uno specialista in dislessia se tuo figlio ha più di sette anni e non sa leggere, o lo fa invertendo le parole o confondendo le lettere o gli causa molta fatica.
  7. La diagnosi precoce della dislessia è molto importante al fine di evitare futuri fallimenti scolastici e persino disturbi della personalità.

Quali sono i segni della dislessia in base all'età

I segni che presentano i bambini secondo il loro stadio di sviluppo possono variare.

Ricorda che i segnali secondo l'età possono variare da un bambino all'altro.

Tali elenchi di segni della dislessia in base all'età, sono di natura puramente informativa in accordo con i criteri dell'Associazione Britannica della Dislessia e con altre fonti, e non si possono utilizzare come diagnosi. Se pensi che tuo figlio o tua figlia possa avere questi sintomi secondo la sua età attuale, è consigliabile ascoltare degli specialisti affinché possano valutare il tuo caso e lavorare con tuo figlio per il miglioramento e potenziamento delle sue capacità.

In generale

Nella scrittura possiamo riconoscere una calligrafia irregolare, errori ortografici, inversioni di lettere (sole anziché leso), omissioni di lettere, parole tagliate o unite ad altre parole.

Nella lettura si nota in particolare quando leggono a voce alta. Possono leggere in modo interrotto, inventano alcune parole e pronunciano male altre. Non capendo può essere che il bambino si distragga, soffra di mancanza d'impegno, basso rendimento o scarsa autostima.

 

Nell'educazione dei bambini, fino a 6 anni

A quest'età, i segni della dislessia possono essere:

  • Membri familiari affetti da dislessia.
  • Ritardo nell'imparare a parlare con chiarezza.
  • Equivoci nella pronuncia di parole che si assomigliano foneticamente.
  • Mancanza di capacità per ricordare il nome di cose.
  • Confusione nel vocabolario che ha a che fare con l'orientamento spaziale.
  • Maggiore capacità manuale che linguistica.
  • Difficoltà a imparare frasi e rime tipiche dell'istruzione dei bambini.
  • Migliori e peggiori giorni a scuola senza motivo apparente.
  • Difficoltà con le sequenze.

Tra i 6 e i 9 anni

Tra i 6 e 9 anni, i segni della dislessia potrebbero essere:

  • Difficoltà a imparare a leggere e scrivere.
  • Scrittura speculare o orientamento inadeguato.
  • Difficoltà nel distinguere sinistra e destra.
  • Difficoltà nell'apprendimento dell'alfabeto, delle tabelline, dei giorni della settimana e tutto ciò che ha a che vedere con le sequenze.
  • Mancanza di attenzione e troppa poca concentrazione.
  • Possibili problemi di condotta a causa della frustrazione per la difficoltà d'apprendimento.

Trai 9 e i 12 anni

  • Errori di lettura frequenti.
  • Cattiva comprensione scritta.
  • Alterazioni nella scrittura.
  • Si mostra disorganizzato/a sia a casa sia a scuola.
  • Difficoltà nel dettato.
  • Difficoltà nelle copie.
  • Difficoltà nel seguire istruzioni orali o scritte.
  • Problemi di autostima e mancanza di fiducia in sé.
  • Aumenta la frustrazione e con questo i problemi comportamentali.
  • Immaturità.

Da 12 anni in poi

Dai 12 in poi, i segni della dislessia possono essere:

  • Tendenza alla scrittura lacunosa, disordinata e incomprensibile.
  • Errori ortografici.
  • Difficoltà nell'elaborazione di testi scritti.
  • Tendenza a confondere le istruzioni verbali e ciò che ha a che fare con sequenze, come ad esempio, i numeri di telefono.
  • Difficoltà nell'apprendimento delle lingue straniere.
  • Bassa autostima.
  • Frustrazione.
  • Scarsa comprensione scritta.
  • Comportamenti distruttivi.
  • Inibizione.
  • Avversione per la lettura e la scrittura.

Come aiutare mio figlio dislessico a casa

Cosa succede quando abbiamo un figlio dislessico? È solo dovere della scuola far migliorare nostro figlio? La risposta a questa domanda è chiaramente no. Dobbiamo agire con nostro figlio insieme ai professionisti che lo curano, sia a scuola che al di fuori di essa.

Istruzioni

  1. Informati sulla dislessia, vai a eventi sulla dislessia. Per aiutare, in primo luogo è necessario capire.
  2. Ricorda di avere un atteggiamento positivo verso l'apprendimento di tuo figlio, pensa che richiede soltanto un insegnamento diverso. Le sue esigenze particolari saranno seguite da un professionista ma cerca di avere un coordinamento con i suoi insegnamenti per poter seguire lo stesso lavoro a casa.
  3. Quando aiuti tuo figlio con i compiti, cerca un luogo tranquillo, ordinato, strutturato. Fai un piano, se necessario, in modo visivo organizzando i tempi di lavoro e i tempi di riposo, secondo le necessità di tuo figlio. Abbi chiaro come aiutarlo, fagli chiedere ciò di cui ha bisogno e assicurati che capisca bene le istruzioni.
  4. Non ti arrabbiare se ci mette di più a imparare degli altri bambini della classe, non lo paragonare neanche a un fratello o sorella senza problemi, lascia che abbia il suo processo di apprendimento, rispetta se si stanca e dagli dei piccoli riposi. Ripeti le istruzioni le volte necessarie e assicurati che comprenda tutto.
  5. Non utilizzare minacce, non supplicarlo né castigarlo per fargli migliorare il rendimento con i compiti scolastici. Otterrai solo effetti negativi sulla sua autostima, la sua efficienza e la fiducia in te. Inoltre, è bene elogiare le capacità e punti di forza che mostra, e soprattutto, l'impegno e il coraggio che mostra per affrontare la dislessia giorno per giorno, senza dimenticare del dolore psicologico che gli puoi produrre.
  6. Sostieni tuo figlio emotivamente e socialmente. Rendigli chiaro che anche se a scuola va benino, fintanto che vedremo il suo impegno, saremo fieri di lui.
  7. Incoraggialo alla lettura, seleziona libri o testi di suo interesse, che abbiano parecchie illustrazioni e con lettere grandi. Cerca un momento adeguato perché tuo figlio ti legga il testo. Terminata la lettura di tuo figlio, domandagli delle cose per vedere quanto ha capito. Mostra più interesse nel testo che nel mettere enfasi sui possibili errori fatti durante la lettura, l'importante è fare una conversazione con tuo figlio. Fagli capire che, nonostante le difficoltà che possa avere nella lettura, è in grado di fare meglio.
  8. Coordinati con gli insegnanti della scuola e i professionisti che seguono tuo figlio. Comunica assiduamente con la scuola per poter individuare possibili difficoltà e coordinare le strategie da seguire. Non frustrarti. Mantieni la speranza e il buon umore, la dislessia non è un motivo sufficiente per sentirti arrabbiato.
  9. L'agenda quotidiana è un valido strumento per organizzare i compiti di tuo figlio. Adotta un atteggiamento attivo di sostegno e assistenza a tuo figlio nel suo processo educativo, mantenendo vivo e molto alto l'interesse, la dedizione, l'impegno e l'entusiasmo per l'apprendimento, nonché la fiducia e l'autostima.
  10. Lascia che tuo figlio si dedichi ad attività che gli piacciono e in cui possa svilupparsi (sport, musica, disegno...)
  11. Incontra altri genitori nella stessa condizione, che hanno figli dislessici.
  12. Se hai dei dubbi, non esitare ad andare da un professionista per farti orientare su come aiutare tuo figlio dislessico a casa.

Come aiutare mio figlio affetto da dislessia a leggere

Leggere aiuta i nostri figli a sviluppare un pensiero riflessivo e ad avere immaginazione, tra le altre cose. Quando si ha un figlio affetto da dislessia è necessario insegnargli quest'abitudine. Sebbene tuo figlio presenti difficoltà di lettura, devi aiutarlo a leggere, anche se gli è difficile deve sapere che è in grado di farlo.

Giochi per incoraggiare la coscienza fonetica

È molto importante aiutare tuo figlio/a mediante il gioco e non con punizioni o ramanzine. A tal fine, passa del tempo con tuo figlio e non lo criticare quando lo fa male, ma elogialo quando lo fa bene.

Ti proponiamo alcuni giochi per potenziare la sua coscienza fonetica e in questo modo aiutarlo, mediante il gioco, nella lettura:

  • Scegli la prima lettera del nome di tuo figlio o una a caso, e durante il giorno cerca oggetti che inizino con questa lettera, e annotateli in un bloc notes. La notte, fate il conto di tutte le parole trovate.
  • Inventa rime divertenti.
  • Gioca con il suono delle lettere. Per esempio, fai il suono della m e gioca a fargli trovare la lettera in un testo, una volta che la trova, fagli leggere la parola intera.
  • Cantate insieme canzoni che piacciono a tuo figlio battendo le mani secondo il ritmo della canzone.
  • Giocate a diversi giochi tradizionali come: il vedo - vedo, cosa vedi? le parole incatenate o il telefono senza fili.

Potenzia la memoria e il vocabolario

Per potenziare la memoria e il vocabolario mediante giochi a casa ti proponiamo alcuni consigli:

  • Ricorda nomi e cognomi delle persone.
  • Ricorda le professioni di papà e mamme dei suoi amici.
  • Fagli imparare numeri di telefono e chiamare per verificare che è giusto e di passo fagli tenere una conversazione telefonica.
  • Fatti accompagnare a fare la spesa e fagli ricordare cosa deve prendere, dove trovarlo e che vada a prenderlo lui stesso.
  • Impara i giorni della settimana e i mesi dell'anno.
  • Gioca alle sette differenze con vignette e/o disegni.
  • Metti vari oggetti su un tavolo, dagli un minuto per guardarli e poi togli uno o due oggetti affinché si accorga quale manca.
  • Gioca alle descrizioni e fagli indovinare di cosa si tratta.
  • Fagli ricordare che cosa ha fatto il giorno precedente, che cosa ha mangiato, ecc.

Nella lettura

Puoi anche aiutare tuo figlio nella lettura con questi consigli.

 

Prima della lettura:

  • Discuti con tuo figlio su ciò che sta per leggere e perché.
  • Che ricordi dati che lo aiutino a comprendere il tema.
  • Che stia attento alle parti del libro che forniscono informazioni sulla struttura come l'indice.

Durante la lettura:

  • Quando legge qualche paragrafo, conversa con lui su ciò che ha appena letto.
  • Incoraggialo a chiederti ciò che non comprende.
  • Dagli soluzioni quando non capisce qualcosa, come cercare nel vocabolario, con il tuo sostegno, una parola sconosciuta.

Dopo la lettura:

  • Discuti con lui su ciò che ha letto e chiedigli se gli è piaciuto o meno.
  • Se si tratta di una lettura per la scuola, può annotare i propri dubbi per parlarne al professore o professoressa a scuola.
  • Fagli ricordare i vocaboli nuovi.
  • Fai una sintesi di una o due frasi per mettere in ordine la storia o fagli fare un piccolo schema.

Altri consigli

  • Chiedi consigli a professionisti della scuola di tuo figlio e segui le loro indicazioni. È molto importante che la famiglia e la scuola siano sempre sulla stessa linea.
  • Stabilisci l'abitudine della lettura per tuo figlio come qualcosa di piacevole e non come un'attività imposta. Differenzia la lettura per la scuola come attività di apprendimento dalla lettura di svago per abituarlo a incrementare la sua abilità riflessiva e per migliorare nella lettura nonostante le difficoltà.
  • Offrigli libri di suo interesse. Sebbene pensi che un libro sarà meglio per lui, se vedi che non gli interessa leggerlo, non lo pressare e lascia scegliere a lui ciò che vuole leggere. Ricorda che il tuo obiettivo è aiutarlo a migliorare la lettura e potenziare l'abitudine, non pressarlo in ciò che tu credi sia meglio che legga.
  • Abbi pazienza e sii cosciente che ogni bambino ha un ritmo diverso di apprendimento.
  • Dai l'esempio e leggi anche tu. Leggi con lui, leggete insieme. Come volete, ma leggete di forma abituale e senza farlo di forma forzata.
  • Mostra a tuo figlio l'utilità della lettura, vedendo film sottotitolati, leggendo notizie sul giornale, consultando cataloghi, leggendo una ricetta di cucina che poi realizzerete, leggendo istruzioni per giocare a un gioco, scrivendo note, lasciando bigliettini sul frigorifero, ecc.
  • Quando noti tuo figlio stanco o che la situazione gli provoca ansia, meglio lasciare questo compito per un altro momento.

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