Come sono nato... come rispondere ai bambini

Per molti genitori è un pensiero fisso: la paura di non saper rispondere in modo adeguato al proprio figlio. Non è tanto il timore di spiegare le varie fasi dello sviluppo psicosessuale, quanto più l’ansia e la sensazione disarmante di affrontare argomenti imbarazzanti come la procreazione. Ma anche la sessualità fa parte dell’educazione.

Le domande che i bambini fanno sulle attività sessuali, sul concepimento, sul parto non sono diverse da quelle che fanno su come funziona una macchina o un videogioco. Sono parte della continua indagine e della scoperta che il bimbo compie sul mondo che lo circonda. Il vostro compito come genitori è quello di rispondere alle loro domande, anche sul sesso e sulla sessualità. Dovete essere chiari, fin da quando iniziano a porvi queste questioni. Evitate che la loro naturale capacità di distorcere la realtà crei dei problemi per il loro successivo sviluppo psicologico. Se lo spiegate in modo corretto, gli eviterete di essere sorpresi da immagini o parole che non sanno comprendere. Non dovete stimolare la loro curiosità con i manuali, non sedetevi sulla poltrona ed iniziate il discorso “Ora vediamo come nascono i bambini”. Le domande devono nascere da loro, dall’esperienza quotidiana e non devono essere imposte. Non bisogna rispondere e concludere l’argomento tutto in una volta. Le risposte devono essere spontanee, semplici e brevi. Esaurire l’argomento sul concepimento e sulla nascita in una volta sola, provoca un disordine mentale nel bambino. Il comportamento da professori invece che da genitori, li sommergerà di mille nozioni e creerà in loro una grande confusione.

Affermare che i bambini escono dall’ombelico è assurdo anche per un bimbo di tre anni: meglio dire subito che c’è un buchino nella patatina che diventa grande al momento del parto per lasciare che il bimbo venga alla luce. E a seguire quel buchino diventerà la vagina e il parto potrà essere spiegato anche nella dimensione dolorosa e felice insieme. L’anatomia è una buona scusa per parlare di mestruazioni e di polluzioni notturne e di cambiamenti del corpo: è sempre bene che i bimbi siano preparati e non colti di sorpresa dalle manifestazioni ormonali del loro corpo.

Dai 3 ai 7 anni

Innanzitutto mai tirarsi indietro: se il bambino fa una domanda esplicita il genitore deve offrire una risposta vera, magari “edulcorata”, ma mai fasulla. L’importante a questa età è raggiungere i bimbi con un linguaggio semplice: “patatine “ e “pisellini” andranno benissimo. Fino all’età di sei anni è inutile parlare di ovuli e spermatozoi. Per loro possono essere oggetti o esseri fantastici, non possono vederli e sfuggono alla loro esperienza di ogni giorno. I dettagli del rapporto sessuale, quelli anatomici, il tono scientifico, non sono adatti ai bambini piccoli. Come genitori dovete rispettare la magia che permea ancora il mondo dell’infanzia. Gli esempi possono essere quelli del semino nella terra che fa germogliare un fiore, così il semino del papà nella casetta della mamma fa germogliare un bambino. Va bene anche spiegare che il pisellino del papà si avvicina alla patatina della mamma e lì lascia il suo semino, è un incontro un po’ speciale di due parti del corpo fatte l’una per l’altra, proprio per essere unite. Questo risolve la domanda diretta “come entra il semino nella pancia?” che terrorizza i genitori. Invece è semplice, basta semplificare il corpo: la vagina è un corridoio, l’utero una casetta, lo sperma un semino e così via…”

Dagli 8 agli 11 anni

A questa età i bambini vogliono una spiegazione sul sesso perché capiscono che non ha solo finalità procreative, ma anche ludiche. Se vedono una scena in tv o captano una battuta fra adulti esigono spiegazioni chiare. E i genitori devono fare un salto di linguaggio: pene al posto di pisellino, vagina al posto di patatina, esattamente come per un cagnolino non utilizzerebbero la parola “bau bau”.

È importante spiegare che gli adulti fanno sesso non solo perché vogliono un bambino, ma perché è tenero e bello stare con la persona che si ama accarezzandosi, stando insieme nudi.

Il sesso deve essere sempre spiegato come derivazione dell’amore: quando due persone si amano è naturale per loro fare l’amore, unire i corpi, unire le parti intime, unire pene e vagina, perché è molto bello e piacevole.

Dai 12 anni

Le informazioni devono essere precise e chiare. La prima spiegazione della contraccezione parte da qui: non solo il sesso è solo procreativo e ludico, ma, addirittura, bisogna far attenzione a non prendere malattie o a evitare una gravidanza non desiderata. A questa età va insegnata la responsabilità del sesso, verso se stessi e verso l’altro. I ragazzi all’inizio rideranno, spesso “scapperanno” dalle spiegazioni, perché si sentiranno imbarazzati, ma non è il caso di farsi indietro. Davanti al distributore dei profilattici della farmacia meglio spiegare che si tratta di gommini a protezione del pene, una sorta di sacchetto che impedisce agli spermatozoi di entrare in vagina e impedisce a un virus di contaminare l’altro.


Condividi l'articolo