Disturbi specifici del linguaggio

I Disturbi di Linguaggio sono tra i più frequenti disturbi in età infantile, comprendendo quadri clinici molto diversi tra loro, in cui le difficoltà linguistiche possono presentarsi in modo isolato, o in associazione con altre patologie.

I Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL) sono dei disturbi nell'acquisizione del linguaggio “puri”, si presentano cioè in assenza di deficit intellettivo o patologia neurologica, di danno organico dell'apparato fonatorio, o di percezione.

I Disturbi di Linguaggio “secondari” sono invece associati ad un disturbo primario.

Secondo recenti studi, il 5­7% di bambini in età prescolare e circa il 1­2% di bambini in età scolare presentano un ritardo o un disturbo del linguaggio, oltre ai figli di genitori stranieri, di cui ancora non si conosce una stima, ma senz'altro in espansione. Una buona percentuale di bambini con DSL può andare incontro ad un Disturbo Specifico di Apprendimento, è perciò importante seguire e monitorare lo sviluppo del linguaggio del bambino.


Come riconoscere un eventuale disturbo di linguaggio?

Lo sviluppo del linguaggio è caratterizzato da una grande variabilità interindividuale, ma già in bambini molto piccoli è possibile cogliere la presenza, o assenza, di intenzione comunicativa: il bambino sorride, segue con lo sguardo e utilizza i gesti? L'assenza di comunicatività può indicare un ritardo, o un disturbo specifico di linguaggio, o secondario ad altri deficit.

In seguito, intorno ai 24 mesi, il bambino avrà a disposizione un vocabolario di circa 100 parole e inizierà a formare le prime frasi (combinazioni di 2 parole, associandole spesso ad un gesto).

E' verso i 30 mesi che avviene la cosiddetta “esplosione del vocabolario”: il numero di parole prodotte aumenta in breve tempo e il bambino inizia a produrre frasi più lunghe, di 3 o più parole.

Se intorno ai 24­30 mesi il linguaggio del bambino è povero o poco comprensibile, è consigliabile richiedere una valutazione funzionale linguistica: un bambino che si esprime male farà difficoltà anche ad inserirsi nel contesto sociale.

Il logopedista andrà ad analizzare i bisogni del singolo caso insieme alla famiglia e stenderà un piano riabilitativo. Nei bambini piccoli si può rivelare utile un intervento indiretto rivolto al genitore, con consigli circa gli stili comunicativi più idonei per stimolare il linguaggio del bambino, oppure un intervento diretto, tramite giochi ed esercizi mirati. Piccoli esercizi che, se eseguiti per 10­15 minuti al giorno anche a casa, permetteranno una più veloce risoluzione del problema.


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